Il primo post non si scorda mai.

Da parecchio tempo desideravo metter su un sito personale, un blog, come portfolio, una bacheca, una mia pagina, un qualcosa di me all’interno dell’immensità della rete.

Curo un altro blog, nel tempo libero, ma riguarda tutt’altri argomenti.

Chi sono

Sono Nicola Parisi e faccio il medico.

Mi reputo un medico un po’ atipico, considerate tante altre passioni: non sono un’artista, non sono uno scrittore. Ho la passione per la programmazione, per l’informatica, per la nuova tecnologia. Sono convinto che un giorno riuscirò ad unire medicina ed informatica (da non confondere con ingegneria). magari proprio su queste pagine.

Per ora sono due rette parallele: a lungo andare non si sono (ancora) incontrate.

Questione di necessità

Avevo necessità di una pagina personale e professionale, in cui parlare di tutte le nerdate che giornalmente penso e talvolta partorisco; Avevo necessità di una pagina in cui fare speakingstorming.

Una pagina in cui parlare di nuove tecnologie, di Python (e di quanto lo reputi più contorto di R); di come sia riuscito a configurare il mio Raspberry Pi 4, collegato ad una smart plug, a cui mi collego tramite VPN, per programmare in Python.

Di quanto usi con piacere e diletto le carte crypto.com e binance per portare avanti il mio PAC su Bitcoin ed Ethereum.

Dell’ultimo libro letto, come quella volta che ho letto tutto d’un fiato Mastering Bitcoin e volevo parlarne, ma non sapevo dove.

Le maratone

Un posto in cui scrivere i #DaysOfCoding, riportare due appunti o semplicemente il risultato di un lavoro cui sto lavorando da parecchio.

Hugo

Sempre lui, Hugo. Il motore immobile che anima e genera questo sito. Una volta imparato, diventa un valido aiutante, come un sarto fedele cui commissioni un nuovo vestito.

Un sito (ed in particolare un blog) è un cantiere senza fine, una casa in cui abiti di cui non sei mai soddisfatto e vuoi sempre apportare migliorie, giorno dopo giorno.

Un medico che non parla di medicina

Anche perchè i post tecnici mi annoiano.

Preferisco parlare per editoriali, per giornalismo, per retorica, per metafore.

Da un appassionato dei numeri, ci si aspetta anche questo.

Buona permanenza,

Nicola.